Addio mister
Tre anni di convivenza non sono pochi, e permettono anche di fare un bilancio della nostra “relazione”.
Cominciando dalle cose meno positive, la squadra non è mai riuscita a compiere quel salto di qualità che ultimamente anche lei si aspettava e ha terminato in calando tutti e tre i campionati.
La sua convinzione nel mantenere il modulo da lei preferito,secondo molti in alcuni casi ci ha penalizzato, specie contro squadre che hanno saputo prenderci le contromisure (una per tutte il Torino) e ci hanno sovrastato con un centrocampo più folto e fisicamente agguerrito.
In sostanza le si può ragionevolmente imputare di non aver accettato qualche volta di limitare i danni, col risultato che si perdeva o si vinceva, si dominava o si subiva, essendo il pareggio escluso soprattutto concettualmente.
Passando agli aspetti positivi, in questi anni abbiamo visto giocare la Sampdoria come non accadeva da molto tempo. Una squadra con una sua ben distinta identità ed una sua precisa connotazione tecnico tattica, a prescindere dall’avversario.
E grazie a questo ci siamo tolti la soddisfazione di battere ripetutamente molte delle cosiddette grandi, non per episodi casuali ma mettendole sotto sul piano del gioco.
In questi anni la nostra superiorità nei confronti dell’altra squadra cittadina è stata schiacciante, e si è tradotta,oltreché in migliori piazzamenti di classifica, nell’averli mortificati per gioco e risultati in tutti gli scontri diretti.
In questi anni ha dovuto fare i conti con una politica societaria che prevedeva la cessione dei pezzi più pregiatiper sostituirli con elementi più giovani. Lei è riuscito sempre a valorizzare i giovani che le sono stati via via affidati, alcune volte anche insistendo su di loro in maniera consapevole nonostante il parere contrario di molti, facendo sì che il valore della squadra restasse inalterato e favorendo il raggiungimento degli obiettivi economici della Società.
A proposito di giovani ci sembra sintomatico citare i nomi di Skriniar, Andersen, Torreira, Praet, Murru, Schick, Linetty, Audero, ma anche ricordare giocatori che con lei hanno ritrovato valore per essere poi ceduti, come Muriel, Fernandes e Zapata, o sono ancora con noi come Sala, Ekdal, Barreto e l’incredibile Quagliarella.
In questi anni poi abbiamo avuto modo di apprezzarla soprattutto per la sua onestà intellettuale, la sua serietà e il suo rispetto per la Sampdoria e i suoi tifosi, e in questo mondo che vede personaggi di tutti i generi lei con le sue dichiarazioni si è sempre distinto per equilibrio e compostezza.
Tutto questo per dirle che lei non ha incarnato la perfezione, ma sicuramente si è guadagnato la simpatia e la stima della gente della Samp, che rispettano, pur senza condividerla, la sua decisione di cercare fortuna altrove, avendo ben chiaro da sempre che passano presidenti, allenatori, giocatori e che gli unici che restano sempre e comunque siamo noi e la Sampdoria.