C’era una volta la tifoseria più bella del mondo..

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Sampdoria – Lecce del 19 maggio 1991

No, non è l’inizio di una fiaba, ma ahimè una semplice constatazione. Senza scendere troppo nei particolari di una situazione che anno dopo anno sta precipitando e lungi da me dare la colpa alla tifoseria organizzata, è palese che ciò che ci ha contraddistinto nell’epoca della Sampdoro oggi stia venendo meno. Ci stiamo uniformando alle altre tifoserie, sempre più pericolosamente simili a quelli dell’altra sponda (provocazione, ma non tanto distante dalla realtà..). Contestazioni, giuste o sbagliate che siano, tifosi con il mal di pancia per un mercato sicuramente immobile, ma in linea con gli altri anni. Sfido chiunque a dire che non si è sempre atteso gli ultimi giorni per piazzare i colpi più importanti cercando di spuntare un prezzo più consono alle nostre tasche. Ma quest’anno un nuovo male incombe sulla nostra tifoseria: il mal di Vialli. Intendiamoci, tutti sarebbero felici dell’approdo del nostro beniamino, io per primo. Ma è innegabile che questa situazione stia nuocendo a tutto l’ambiente e probabilmente qualcuno si stia facendo un’idea distorta di quello che potrebbe essere. Ammesso e non concesso che la trattativa vada a termine, non bisogna scordare quale sia la nostra realtà e tenere ben a mente che gli investitori seguono delle logiche di loro convenienza, quindi cancellate dalle vostre teste sogni di gloria. La Sampdoria del compianto Paolo, allo stato attuale delle cose, è stata una parentesi tanto bella quanto irripetibile. Non basta il solo nome di Vialli, sicuramente uno dei principali artefici del miracolo, per ripeterne le gesta. Sarebbe ingeneroso crederlo oltrechè pericoloso (sarebbe solo questione di tempo vederne i primi contestatori). In Italia esiste solo una realtà che possa competere per certi traguardi e mi sembra superfluo farne il nome. Basti pensare a quanti tifosi abbia in giro per l’Italia, e non solo, e alle loro strutture, una su tutte il tanto agognato stadio di proprietà che le ha permesso di fare il salto di qualità anche in Europa (dove si scontrano autentici titani). Noi siamo una realtà molto più piccola e questo è un dato di fatto. Senza contare che esistono altre società in Italia dal prestigiosissimo e recente passato che oggi faticano, e non poco, e che anche loro non sono particolarmente attive sul mercato, anzi. 

Detto questo mi rivolgo ai disfattisti dell’ultima ora, non fasciamoci la testa prima di romperla. Mancano ancora due settimane alla fine del mercato e qualcosa, cambio di proprietà o meno, verrà fatta. Basta col tafazzismo e dismettiamo i panni di presidenti, dirigenti, operatori di mercato, esperti di finanza e allenatori e torniamo a fare ciò che ci compete: i tifosi. Torniamo ad essere i tifosi più belli del mondo



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