Dove vai in vacanza? Ad Ascoli!

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In questi giorni difficili per i motivi che sappiamo, mi capita di andare a ritroso nella memoria e mi si aprono dei cassetti, precisamente quelli delle mie prime esperienze in trasferta. Essendo un foresto le uniche trasferte che avevo fatto fino al 1989 erano legate al mio club di appartenenza (Sampdoria Club Ventimiglia Bordighera) che organizzava pullman oltre che per ogni domenica di campionato anche per altre partite come quelle di Coppa Italia, la Coppa Coppe a Cremona e la finale di Berna.

Poi arrivarono gli anni ruggenti e la possibilità di aggregarmi con i Gruppi a trasferte da Genova, in treno o in pullman, anche infrasettimanale. Mi ricordo la prima volta che partimmo con un pullman degli Ultras, trasferta a Bergamo partenza da Via Bobbio. Sinceramente ero emozionato, la sensazione di un primo giorno di scuola, io e il mio amico (compagno poi di mille avventure, almeno così noi le vivevamo) intimoriti dalla presenza sul pullman di figure che avevamo sempre visto “molto lontane”, anche se in gradinata ci separavano pochi metri. Ma ecco apparire le casse di birra, rigorosamente Peroni calda in lattina, arrivano le canne e, ahimè, arrivano le curve della A7. Una delle figure storiche della Sud non ce la fa e presenta subito il conto alla sudicia moquette del pullman, nessuno dice nulla all’autista (siamo in ritardo) colletta di fazzoletti di carta, qualche tovagliolo estratto dal pranzo al sacco e vigorose strisciate con le scarpe. Tutto a posto, non fosse che ho il sedile a un metro dallo sbocco e devo chiedere al mio stomaco di fare un Iron Man per non alimentare ulteriormente la situazione.  La partita andò male, non ricordo nemmeno come finì (forse 2-1 per l’Atalanta), ma è stata la mia prima vera TRASFERTA.

Ne arrivarono altre, imparai a conoscere dall’interno il mondo Ultras con i suoi pregi e i suoi difetti, con le meravigliose iniziative e le mille contraddizioni, ho avuto la fortuna di scansare sempre i problemi e a Pisa, Torino, Bologna e in qualche altro posto ce ne furono, ma un pò con il metodo Forrest Gump (tanta corsa..), un pò con l’esperienza e il culo me la sono sempre scampata.

Infine arrivò la famigerata trasferta di Ascoli, tifosi di casa particolarmente gasati dall’arrivo della corazzata Sampdoria (campionato di serie B) ed io casualmente quel sabato mi trovavo in ferie con la mia fidanzata e una coppia di amici proprio all’Hotel Pennile a 2 km dal Del Duca. Sciarpa dentro al giubbotto e ci incamminiamo, raggiungiamo la biglietteria passando per un ponte (unica via d’accesso allo stadio) la strada è sovrastata dalla curva dell’Ascoli con i tifosi in piedi sull’ultimo gradone e affacciati verso la strada in attesa dei pullman dei tifosi della Samp che si annunciano numerosi.

Gli ascolani sembravano indiani sui crinali dei canyon come in quei classici film western, quando sta per partire l’imboscata.  Vediamo la biglietteria, è piena di gente, ma c’è una fila vuota con scritto “distinti laterali e settore ospiti”. Ci infiliamo quatti quatti e raggiungiamo la feritoia. «Due biglietti settore ospiti» dico con un filo di voce. In risposta ricevo un:  «Comeeee??» «Due biglietti settore ospiti» provo alzando leggermente la voce. «Comeeeeeee??» urla ancora più forte quel maledetto bigliettaio. Ormai ero in ballo, il mio amico Flavio, dietro di me, snocciolava a bassa voce il rosario del festival delle bestemmie, «DUE BIGLIETTI SETTORE OSPITI, PER CORTESIA!» dico con un tono molto più forte di quanto mi sarei aspettato. Vedo un pò di persone delle file accanto che si girano verso di noi, ma per fortuna non c’erano facinorosi e presi i biglietti ci avvicinammo al nostro settore.

Sotto il settore ospiti prendiamo una birra e ci stupiamo che non ci siano ancora i nostri tifosi. «Boh, quanto manca?» «Quarantacinque minuti.» «Strano..»

Entriamo. Nella curva a noi destinata ci siamo io, il mio amico Flavio e un ragazzo con una sciarpa del Doria modello bancarella napoletana e un’altra che apparentemente sembrava rossoblù. Nel mentre il resto dello stadio (piccolino..) è gremito in ogni ordine di posto. Mancano venti minuti e non arriva ancora nessuno, il ragazzo col la doppia sciarpa prende coraggio e si avvicina a noi. «Da dove venite?» «E tu?» Il ragazzo è di San Benedetto del Tronto e finalmente capiamo a quale squadra appartiene la seconda sciarpa, ci dice che odia profondamente l’Ascoli ed è li perché gli è sempre stata simpatica la Samp cogliendo l’occasione per tifare contro gli “asini“. Poi ci informa che in riviera adriatica si è scatenato un nubifragio ed è tutto bloccato, non si sa se arriveranno mai gli 8-9 pullman dei nostri.

Proprio in quell’istante, come in una scena surreale di un film di Nuti, lo stadio si concentra su di noi e parte un potentissimo coro cantato anche da tribuna e distinti: «VI ROMPEREMO IL CULOOOOO VI ROM-PE-RE-MO IL CUUUUUUULO!»

Guardai lo stadio, saranno state 12-13 mila persone suppergiù, mi giro verso Flavio e quel ragazzo ed esplodo a ridere come uno scemo allargando le braccia come a dire, beh si, effettivamente con questi numeri le probabilità che ci rompiate il culo è piuttosto elevata! I tifosi dell’Ascoli, resisi conto, cominciano a pensare ai fatti loro. Noi nel nostro piccolo proviamo a lanciare 2 botte di Doria non smettendo più di ghignare per la strana situazione che si era venuta a creare.

Inizia la partita, brutta uh se è stata brutta. Verso la fine del primo tempo comincia ad affacciarsi qualche tifoso dal boccaporto dello stadio  e durante l’intervallo la curva si riempie, intravediamo anche 2 nostri amici di Ventimiglia e Ospedaletti. Secondo tempo di novelliniana sagacia, zero tiri subiti e un occasione per Bazzani, 0-0. Finita!

All’uscita ci dileguiamo tra la folla per raggiungere le nostre dolci metà e continuare la nostra vacanza, non è stata l’avventura delle avventure, non sono volati pattoni, lacrimogeni e sassi, ma a me quella sensazione di solitudine con uno stadio che ti urla contro mi è rimasta ed è un ricordo indelebile e piacevolissimo che mi porto dentro.

Buona trasferta a tutti!



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