Cervo che esce da foresta..

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Ruud Gullit – 1993

Correva l’anno 1993, il mio primo campionato da abbonato in gradinata Sud, avevo la bellezza di 14 anni.. Prima di allora ero stato poco o niente allo stadio, l’amore per il blucerchiato non era ancora sbocciato ed era poco più di una semplice simpatia. L’artefice di quella che ad oggi considero più una malattia, fu mio fratello che mi regalò, appunto, il mio primo abbonamento. La campagna acquisti estiva di quell’anno si concluse con due colpi come solo Paolo Mantovani sapeva fare: Alberigo Evani e, soprattutto, Ruud Gullit! Prima ancora fu perfezionato l’acquisto di un certo David Platt che tanto fece bene a Bari, quanto deluse le attese dopo il gran salto in bianconero nella squadra dell’avvocato Gianni Agnelli.

Dicevo, era il 1993, precisamente il 31 ottobre. Il 14 di quello stesso mese venne a mancare il nostro Presidente. Ospite a Marassi era il Milan invincibile di Capello.

Inizia la partita. Rossoneri padroni assoluti del campo e allo scoccare dell’undicesimo minuto del primo tempo passano meritatamente in vantaggio con un destro preciso di Albertini. Pagliuca non può far altro che raccogliere il pallone in fondo al sacco. La Samp sembra essere in balia dei rossoneri, ma va vicino al pareggio con Sacchetti, sfortunato a cogliere il palo della porta difesa da Ielpo. Scampato il pericolo, il diavolo trova il raddoppio con Brian Laudrup al 25’. A questi punti la sconfitta sembra inevitabile. Finisce così il primo tempo sotto di due reti, risultato che risalta la preminenza della squadra ospite. Comincia il secondo tempo e la Samp pare non arrendersi e tutt’altro che disposta a fare da vittima sacrificale ad un Milan in cerca di rilancio dopo la deludente serie di pareggi ottenuti in questo avvio di campionato. È il 58’ quando Katanec trova di testa la rete dell’1-2 su un preciso cross di Gullit. A questi punti iniziamo a crederci. Al 71’ l’episodio che potrebbe far svoltare la partita. Costacurta atterra Mancini in area, l’arbitro non ha dubbi e fischia il rigore. Rivedendolo la sera alla moviola, sembrano giustificate le veementi proteste dei rossoneri, ma pazienza, semmai che noi non siamo mai stati vittime di ingiustizie.. Quindi, rigore per la Samp, il capitano prende il pallone e lo posiziona sul dischetto. Accanto a me gente che da le spalle al campo, che prega sussurrando cose incomprensibili tra le quali mi sembra di udire chiaro il nome ‘Roberto’.. E già, Roberto è lì davanti a Ielpo, lo fissa negli occhi, prende la rincorsa e.. siiiiii, è 2-2! Partita finita? Macché.. Passano solo 7 minuti, neanche il tempo di ricomporre quel poco che resta delle nostre povere corde vocali che Bobby gol si inventa un assist al bacio che Ruud Gullit, cervo che esce da foresta (così lo definì la sera stessa il compianto Vujadin Boskov), trasforma in un diagonale dalla potenza terrificante trafiggendo per la terza volta l’estremo difensore rossonero. Inutile dirlo, allo stadio scoppia la bolgia, Ruud che viene sotto la Sud esultando come se avesse appena battuto il suo più acerrimo nemico (Fabio Capello, a conti fatti, lo era) proseguendo di gran carriera la sua corsa verso la panchina del Milan gridando tutta la sua rabbia in faccia a chi fu causa della sua cessione in estate e Sampdoria che la ribalta in modo incredibile e inaspettato. Finirà così. Finirà che dopo una partita così memorabile la mia simpatia si trasformò in amore viscerale. E da quel giorno non l’ho più lasciata sola..

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