La maglia più bella del mondo

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Ecco una nuova rubrica che avrà cadenza mensile, gli stessi articoli saranno presenti anche sul giornalino (per ora distribuito ai soli soci) del club Jolly Roger (qui l’intervista al presidente Roberto Levrero).

Prima parte: L’origine della maglia

«Il mare ha proprio quel blu ed il bianco è quello del suo sale, il nero di un temporale che si allontana nel sole, se aggiungi il rosso del cuore andrai oltre i limiti dell’impossibile, in cima alla classifica, più in alto delle nuvole.»

Il grande cuore della Sud – De Scalzi Bros – 1991

Così recitava “Ho uno scudetto nel cuore” dei De Scalzi Bros, band tutta blucerchiata composta dal compianto Vittorio e dal fratello Aldo. 

Ma per sapere come è nata la maglia più bella del mondo, occorre fare un tuffo nel passato e raccontare, in estrema sintesi, la storia delle due genitrici. Come tutti saprete, l’Unione Calcio Sampdoria nacque dalla fusione tra la Società Ginnastica Comunale Sampierdarenese e la Società Ginnastica Andrea Doria che a loro volta vantavano una divisione calcistica.  L’accordo tra le due società fu sancito il 12 agosto 1946 al Bar Roma, storico locale situato in Piazza Vittorio Veneto nel cuore pulsante del quartiere di Sampierdarena. Curiosamente questa non fu la prima volta che le due società si fusero assieme, anni prima, precisamente il 27 luglio 1927 e per volere del regime fascista, diedero i natali a La Dominante, società che si sciolse anni dopo retrocedendo prima in serie B e successivamente, cambiando ancora nome in Foot Ball Club Liguria e assimilando anche la Corniglianese, in serie C. Tutte e tre le formazioni riacquistarono la loro totale indipendenza.

Una formazione della Sampierdarenese del 1926

La Sampierdarenese al termine del campionato 1945/46 di Serie A Alta Italia arrivò ultima, ma con il ritorno del campionato a girone unico l’anno successivo, mantenne la permanenza in serie A; tuttavia versava in condizioni economiche molto precarie.

L’Andrea Doria, invece, era stata esclusa dalla massima serie in quanto, dopo lo scioglimento impostole dal regime, non aveva partecipato all’ultimo campionato. Sarebbe dovuta ripartire dal campionato di Serie B nonostante fosse dotata di un’ampia disponibilità economica. 

Una delle ultime formazioni dell’Andrea Doria

Sia l’una che l’altra avevano quindi convenienza a creare un unico sodalizio, ma non fu facile trovare l’accordo per il nome della nuova società in quanto i doriani volevano anteporre il nome della loro squadra a quello dei sampierdarenesi, ci saremmo potuti chiamare Doria-Samp! Per fortuna fu trovato un accordo e i doriani si piegarono al volere dei sampierdarenesi forti del fatto che potevano vantare la proprietà del titolo sportivo nella massima serie. A causa del ritardo nella comunicazione del nome della nuova società, e dovendo la FIGC compilare il calendario della nuova stagione, fummo inseriti con la sigla Samp.

Fatto questo breve, ma necessario excursus (la storia di queste due società meriterebbe un racconto più approfondito, ma richiederebbe una rubrica tutta sua), torniamo in tema ed occupiamoci delle casacche che diedero origine a quei colori magici. Partiamo dalla divisa dell’Andrea Doria la quale presentava una doppia colorazione a bande verticali che dividevano la maglia in due metà, una blu e l’altra bianca. Al centro e poco più sotto del petto, faceva mostra di sé lo scudo di San Giorgio. La divisa della Sampierdarenese, invece, era tutta bianca, ma con due bande orizzontali, una rossa e una nera, che facevano il giro di tutta la maglia. Mettendo assieme le due maglie, si ottennero quattro colori in tutto, esattamente gli stessi che ancora oggi ci fanno girare la testa! 

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