Col Cagliari vittoria sudata, ma meritata. Finisce 1-0.

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Bene, il risultato che aspettavamo tutti è arrivato, e direi del tutto meritatamente.

Primo tempo un po’ opaco, durante il quale abbiamo faticato a venire a capo di una squadra che giocava soltanto in funzione difensiva, creando comunque tre palle gol che ci siamo colpevolmente divorati, con Jankto che a due passi della porta non riesce a spingere il pallone in rete, con Quagliarella che prima tarda a tirare e poi si incapponisce a proseguire da solo ignorando Defrel del tutto libero e con Saponara che entrato in area spara fuori un pallone che meritava una miglior sorte.

Il Cagliari nel frattempo ha creato un solo pericolo, che resterà l’unico in tutta la partita, con un tiro ravvicinato di Pavoletti ribattuto ottimamente da Audero

Nella ripresa, come succede spesso, il gioco si è fatto più efficace e la pressione più concreta, fino a costringere costantemente il Cagliari nella propria metà campo, questo anche grazie all’avvicendamento di un Saponara oggi davvero poco incisivo con Gabbiadini che ha dato peso all’attacco. 

E così, dopo un gol divorato da Defrel e un doppio miracolo di Cragno su Quagliarella e Jankto, è arrivato il rigore concesso dall’arbitro per trattenuta su Gabbiadini e confermato dal VAR nonostante le proteste dei giocatori del Cagliari.

Perfetta come sempre la realizzazione di Quagliarella, nonostante i tentativi patetici e indisponenti di innervosirlo da parte di Cragno, che è parso davvero un buon portiere ma che evidentemente ha molto da imparare sul piano della maturità e della correttezza sportiva, e qualcuno dovrebbe spiegargli che la statura di un campione è legata più a questi aspetti che alle capacità tecniche.

Da qui la partita è andata in discesa e il risultato è stato portato tranquillamente sino alla fine, senza che le sostituzioni da entrambe le parti (nella Samp Vieira per Ekdal e Bereszynski per Murru lievemente infortunato) modificassero lo stato delle cose.

La Sampdoria nel complesso ha disputato una buona partita, pagando forse nel primo tempo la scarsa vena di Saponara e la scarsa incisività del reparto d’attacco, per cui a volte si ha davvero l’impressione che se non segna Quagliarella non segna nessuno.

Nella ripresa, come abbiamo già detto, una maggiore aggressività e l’ingresso di Gabbiadini con arretramento di Defrel nella posizione di trequartista hanno prodotto una maggiore concretezza in fase di attacco, dove forse continuiamo a soffrire della mancanza di una punta di peso da buttare dentro magari nell’ultima mezz’ora quando c’è da aggredire difese arroccate.

Le prestazioni appaiono tutte sufficienti, ma secondo noi meritano una citazione particolare i due centrali difensivi, Sala che da sempre canta e porta la croce con buoni risultati in ruoli che non gli sono naturalmente congeniali e Jankto, che visto più largo sulla fascia ha mostrato di saper spingere e di non temere aggredire l’uomo nell’uno contro uno.

Tanto che ci chiediamo se qualche volta non varrebbe la pena, magari a partita avviata, di abbandonare il modulo col trequartista per proporre un 4-3-3 con Quagliarella in mezzo e Gabbiadini e Jankto più larghi sulle fasce.

Il Cagliari piuttosto che per il suo gioco ha colpito soprattutto per la sua aggressività, che spesso è sconfinata nella fallosità con interventi in particolare di Barella, Pavoletti e Deiola, autore di un’entrata assassina su Praet che meritava il rosso immediato, al limite del regolamento e oltre.

E’ inevitabile pensare che sarebbe bene che gli allenatori, oltreché lamentarsi per i presunti torti subiti, educassero i propri giocatori al rispetto dei codici del comportamento sportivo.

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